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執筆者の写真Naoaki KURODA

Perché tutti i giapponesi portano la mascherina? -Quello di cui hanno paura veramente i giapp

Di che cosa hanno paura i giapponesi?

Sapete di che cosa hanno paura i giapponesi?

Secondo voi perché i giapponesi portano la mascherina?

Oggi vi parlo di qualcosa che non si vede, ma esiste in Giappone.

Yokai e fantasmi

I giapponesi hanno paura di tante cose.

Hanno paura del terremoto, dello tsunami, dell’incendio e anche del virus ecc..

Ma hanno paura anche degli Obake, Yokai e Yuurei, che sarebbero gli spettri, i fantasmi e gli spiriti.

“Paura in Giappone” di Marta Berzieri

Vi sembrano dei bambini, vero?

Ma oggi parliamo di ben altro.

Quello di cui i giapponesi veramente hanno paura.

Quello di cui i giapponesi veramente hanno paura è di essere derisi dalla gente.

Essere derisi dalla gente?

Vi sembra un po’ strano?

Allora cerco di spiegare meglio nei prossimi paragrafi.

Perché i giapponesi hanno paura di essere derisi dalla gente?

4 motivi principali

Qui sotto possiamo elencare 4 motivi.

  1. Perché è una cosa estremamente vergognosa essere deriso dalla gente in Giappone.

  2. Perché il popolo giapponese hanno un senso etico molto forte nei confronti della comunità d’appartenenza.

  3. Perché vivono circondati da innumerevoli divinità nella loro vita quotidiana.

  4. Perché ci si crede che se menti durante la vita, il Grande Giudice Enma dell’inferno ti tirerà fuori la lingua all’ingresso dell’inferno durante il processo in cui si decide dove devi andare dopo la morte.

Insegnamento morale che costituisce la colonna dorsale del popolo giapponese

In Giappone dall’antichità esiste un insegnamento morale molto forte che non dovresti mai mentire sotto l’Otento-sama.

Che cos’è l’Otento-sama?

E’ una parola che ispira timore reverenziale ed amichevole al sole.

In particolare, è spesso usata quando lo si considera come una divinità del sole, che sarebbe la grande divinità “Amaterasu”.

Perché non devi mentire sotto l’Otento-sama?

Perché l’Otento-sama ti guarda e scopre sempre che tu menti e alla fine della tua vita il Grande Giudice Enma ti stacca la tua lingua e ti manda all’inferno per miliardi di anni a seconda della gravità della tua furfanteria per farti solo soffrire senza ucciderti.

Ecco perché i giapponesi non mentono molto… Forse. ;‑]

Dobbiamo tagliare i polsi del ladro?

O la pena o la scelta?

In alcuni paesi arabi, si dice che alle persone che rubano saranno tagliati i polsi come punizione e probabilmente per questo difficilmente ruberanno.

Certo, anche in Giappone, se fai qualcosa di sbagliato dal punto di vista legale verrai beccato dalla polizia, e potresti finire in un carcere con una disciplina molto più rigorosa che non ha paragoni con le carceri italiane.

Tuttavia, non è la cosa più importante essere scoperti dalla polizia o meno.

Il valore dell’auto-disciplina.

E allora perché?

E’ l’auto-disciplina che conta.

Cioè disciplinarsi da solo prima di tutto con criterio invisibile.

Con quale criterio?

Adesso ve lo spiego meglio.

Criterio non scritto, ma condiviso dal popolo da 27 secoli.

Questo criterio non è scritto da nessuna parte, ma inciso nella mente del popolo giapponese.

Mascherina e mancato “Lock Down” in Giappone

Vi ricordate che in Giappone il governo non ha mai ordinato il Lock Down per bloccare l’estensione del contagio del Covid-19.

Cioè il governo ha solo pregato ai cittadini giapponesi di stare a casa e di mettersi la mascherina senza nessun sanzione e il popolo ha risposto a questa richiesta riuscendo a contenere l’allargamento del contagio.

Possiamo dire che questo risultato deriva proprio dal meccanismo dell’auto-disciplina che ha il popolo giapponese in sé.

Amaterasu e Yasukuni

Il popolo giapponese rispetta la grande divinità Amaterasu della Mitologia giapponese ed l’Imperatore come suo discendente diretto ed adora anche gli umani come i grandi personaggi storici che abbiano fatto bene nei confronti della gente e della società giapponese come dei.

Chi è la grande divinità Amaterasu?

L’Amaterasu sarebbe la divinità femminile del Sole e considerata l’antenata di tutti i 126 Imperatori giapponesi della storia di 27 secoli.

Il tempio shintoista più importante del Giappone si chiama “Ise-Jingu”, che si trova nella città di Ise vicino a Nagoya.

Questo tempio con un bosco immenso è dedicato appunto alla grande divinità Amaterasu.

Il sorgere del sole dietro il Torii dell’ingresso di “Ise-Jingu” due giorni prima del giorno del solstizio d’inverno.

Gli dei del Tempio Shintoista Yasukuni

Anche le anime delle persone morte sacrificando la propria vita per la patria, le quali risiedono nel Santuario Yasukuni, sono venerate come dei.


Gli dei in casa

Gli antenati morti della propria famiglia sono pure considerati gli dei protettori della famiglia.

Per ringraziare e venerare le anime degli antenati della famiglia come gli dei buddisti ogni famiglia giapponese possiede a casa un altare buddista chiamato “Butsu-dan = 仏壇”.

Potete capire come creano questo “Butsu-dan = 仏壇” vedendo questo filmato.


Quindi i giapponesi vivono quotidianamente circondati da innumerevoli dei sacri e si chiedono sempre se le loro parole e le loro azioni siano corretti ed onorabili nei confronti di tutti quegli dei.

E di conseguenza la presenza di questi innumerevoli dei che circondano ogni singolo giapponese assume il ruolo dello specchio della verità nella vita e diventa anche il punto di riferimento come vivere nella società.

La più grande vergogna per il popolo giapponese.

La più grande vergogna della vita dei giapponesi è considerata il deriso della gente nei confronti propri.

I giapponesi dicono, anzi almeno dicevano nel passato così:

“Commettere ciò che non dovresti fare è considerato un’onta. Se lo faccio io, per favore deridetemi.”

In Giappone è estremamente vergognoso fare qualcosa che si faccia deridere dalla gente.

Non serve la carta per un samurai.

In Italia esiste un detto: “Carta canta.”

Penso che significhi che il contratto scritto testimonia determinatamente e vale più di testimonianze e/o promesse verbali.

E penso che sia la verità e riconosco perfettamente l’importanza della carta scritto nel caso di qualche contratto o promessa seria.

Quello che scrisse Inazō NITOBE.

Inazō NITOBE che scrisse, nel 1900, il celebre libro “Bushidò: The Soul of Japan” dice che la vita vale poco per un samurai se gli dà onore e fama e nessuna carta scritta serve per la promessa di un samurai.

Bushidò. L’anima del Giappone

Pronto a morire sventrandosi.

Essere un samurai significa essere pronto a morire sventrandosi nel caso in cui faccia qualcosa di disonore per il quale la gente deride.

Forse se scrissi così, potreste rispondermi anche così.

“Beato te che vivi in Giappone!” “Guarda che in Europa, se dici così, sarà portato via tutto.” “Il deriso della gente? Mi fa ridere. Basta ignorare la gente stupida che mi deride. Tanto non perderò nulla, giusto?” “Ridano pure di me dicendo che sono stupido, ma io faccio quello che voglio.” “Comunque la persona che se ne frega degli altri che deridono dirà quello che pensa e farà quello che vuole. E se il fatto non costituisce reato neanche la polizia può fare niente. Non è vero?”

Vi capisco bene.

Avete ragione.

Ma in Giappone non funziona così.

Allora nel prossimo paragrafo vediamo perché non succede la stessa cosa in Giappone.

Che cosa significa vivere nella comunità locale in Giappone?

I giapponesi avevano più paura di non poter vivere nella propria comunità che di essere arrestato dalla polizia.

Questo perché se facessi qualcosa di sbagliato (inclusa la menzogna), saresti trattato severamente dalla comunità a cui appartieni, cioè saresti completamente ignorato ed evitato dalla gente tranne nei casi di funerali e d’incendio.

Questo trattamento si chiamava “il Murahacibu”, e alla fine questo trattamento di discriminazione ti portava all’isolamento totale e alla vita dura e povera all’interno del villaggio di residenza, che era fondamentalmente la comunità agricola molto chiusa in Giappone.

“Mura” significa il villaggio e “Hacibu” significa l’80%.

Cioè significa che sei discriminato per l’80% e il rimanente 20% che sarebbe il minimo indispensabile aiuto nei casi d’incendio e di funerali come ho scritto prima.

Collaborazione collettiva e reciproca

Nella comunità agricola giapponese non riuscivi a vivere senza aiuto degli altri in tutti i sensi perché richiedeva molto la collaborazione collettiva e reciproca.

Quindi essere discriminato dalla comunità significava direttamente la morte.

Per evitare la morte e l’estinzione della famiglia era assolutamente necessaria essere onesto, corretto e bravo nei confronti degli altri.

Cameriera e le monete secondo Edward Sylvester Morse

Edward Sylvester Morse scrisse così nel suo libro sul popolo giapponese del periodo Meiji:

“Quando sono venuto in Giappone e ho soggiornato alla locanda, sono rimasto sorpreso dal fatto che le monete che ho messo accanto al leggio nella stanza senza serratura non hanno toccato affatto né la cameriera né i bambini.” Edward Sylvester Morse


Sì, ma né la cameriera né i bambini non hanno rubato le monete sue non perché avevano paura di essere tagliati i polsi per il furto.

Il punto è solo questo.

“Non si deve mai fare quello che non devono fare come persona onesta.”

Conclusione

Cultura di Hagi

Il popolo giapponese dall’antichità ha tramandato sempre questa idea etica molto chiara e considera tutt’ora che fare quello che non si deve fare è un’onta = “Hagi” in giapponese.

Questa parola “Hagi = 恥” (ossia “la vergogna” in italiano) che rappresenta il senso del disonore impone un forte senso civico e morale della giustizia e del bene e del male in Giappone.

Se siete riusciti ad avvicinarvi un po’ alla parte invisibile della cultura giapponese mi fa molto piacere.

Nel mio blog cerco di fornire non solo delle informazioni un po’ meno conosciute per capire meglio il vero Giappone e il volto nascosto del popolo giapponese ma anche dei suggerimenti utili per chi viaggia in Giappone.

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Così mi spingerà su ancora di più la mia motivazione di continuare il Blog.

Grazie per la lettura! Buona giornata!



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